Da moltissimo non apro questa pagina, e quasi non me la ricordo più. La foto dello sfondo mi colpisce: un progetto arrotolato, una matita. Cose che mi rappresentano più di quanto io stessa immagini, senza le quali mi sento persa e annaspo. E se da una parte scopro con stupore di non sentirmi in equilibrio se non immersa nei miei numeri e nelle mie tavole, dall’altra mi spiego l’eccessivo entusiasmo con cui negli ultimi giorni ho trasformato la mia casa, mezza vuota per le vacanze, in un improvvisato laboratorio. Schemi, sagome, fogli, parti da tagliare e poi assemblare. Idee un po’ confuse che piano piano si mettono in ordine, progetti che un pezzo dopo l’altro si concretizzano tra le mie mani.
Non ho foto del delirio che ho fatto. L’onda di piena è passata. Tutto è a posto, o quasi! Forse anche questo post serve a fare ordine e a ridare alle cose la giusta collocazione.
Confesso di aver realizzato:
1) gonna-pantalone dal libro giapponese Shape-Shape 2 (primo sew-along con Lorena)
2) abito lungo grigio… troppo grigio…
3) cintura reversibile grigio-rossa per l’abito troppo grigio (Shape Shape 2 ha colpito ancora)
4) gonna blu mezza “flared” e mezza “gathered” (cioè mezza svasata e mezza arricciata, ancora dallo stesso libro giapponese tradotto in inglese!)
5) summer lounge pants (pantaloni comodosi estivi!)
6) borsina carina per la piccola di casa
7) e ancora tutte le riparazioni che avevo accumulato nei mesi invernali: cerniere da cambiare, jeans da riparare, un vestitino lattughino bellissimo da riprendere solo un pochino sui lati.
C’è ancora un cartamodello che ho tracciato e non ho realizzato perchè mi manca la stoffa giusta…..
La macchina è in un angolo. Immota. Silente.
La guardo con sospetto, temendo che abbia ormai un’anima propria, e sia disposta a tutto pur di non tornare, chiusa nel suo scatolone, ad un nuovo lunghissimo oblio.