sabato 23 aprile 2011
giovedì 7 aprile 2011
Springfield
L’assonanza con il titolo precedente mi è venuta spontanea: Springtime – Springfield. Sembra fatta apposta ma è del tutto casuale, come si legge di solito nei titoli dei film!
Springfield è la mia ultima scoperta, un filato morbidissimo 50% cotone- 50% lana prodotto da Grignasco, perfetto per questo tepore primaverile.
Tepore? Fa già un caldo esagerato! Mi sono affrettata a concludere la giacchina che avevo promesso alla piccola: è l’ideale per andare a scuola al mattino presto, è già troppo pesante per il parco al pomeriggio….
Il modello è il bellissimo Radicchio di Giolana, adattato per tensione e misure alle mie esigenze.
Assonance with the previous title came to me spontaneously: Springtime - Springfield, it seems made on purpose but it happened by chance, as you always read in the movies titles!
Springfield is my latest discovery, a soft yarn blend 50% cotton -50% wool produced byGrignasco, perfect for early spring warmth.
Warmth? It’is already far too hot! I hurried to finish the jacket I had promised to my little girl. It’s perfect to go to school early in the morning, but too heavy for the park in the afternoon ....
Pattern is The Radicchio Cardi by Giolana
mercoledì 6 aprile 2011
martedì 5 aprile 2011
Basilicata, anno 1923
Cara Cristiana,in questi giorni di commemorazioni, mostre e feste per i 150 anni dell’Unità d’Italia si è parlato – giustamente – di grandi personalità, di Cavour e Garibaldi, di Pisacane e della Castiglione, ma anche il racconto che ti farò io (anche se di ben diverso valore) ha un suo significato.
E’ la storia di una maestra vissuta tanti anni fa, la storia di tua nonna Lina. Era nata nel 1905 a Tricarico, in Lucania, aveva studiato a Potenza ed a soli 18 anni fu mandata ad insegnare a Viggianello, alle falde del monte Pollino. Vi arrivò sul dorso di un asino, dopo un viaggio avventuroso e trovò alloggio in una baracca di legno dove c’erano pochi banchi, una pila di legna da ardere e, in un angolo, il camino e il suo lettuccio. Faceva lezione ai bambini del circondario in due turni: i più grandicelli alle 4 del mattino perché, subito dopo, quegli alunni che erano pastorelli, dovevano portare al pascolo le pecore. I più piccoli, invece, arrivavano a scuola alla spicciolata, in piena mattinata. Dopo qualche anno la maestra lasciò quella località. L’accompagnò a valle tutto il paese. Le donne piangevano… Da Viggianello passò ad Oppido Lucano, a Brienza, ad Atella dove si ammalò di malaria per la presenza di una fiumara e delle relative zanzare. Ultima tappa fu Rionero in Vulture, patria di Giustino Fortunato e, per fortuna, lì trovò la ferrovia: un vero miracolo per quei tempi. Così la vita di quella maestra nella scuola proseguì fino al pensionamento. Quando, in famiglia, tua nonna ripensava, forse con nostalgia, alle migliaia di alunni a cui aveva messo la penna in mano diceva: “senza la scuola quei piccoli sarebbero stati ciechi ”.
Oggi io ripeto a te con orgoglio: anche questa è storia.
Una storia silenziosa, ma che ha avuto la sua importanza nel riscatto del Sud dalla miseria, dall’emarginazione, dall’analfabetismo.Ti abbraccio
mamma
sabato 2 aprile 2011
Ultimi lavori invernali
Prima che faccia caldo solo a guardarli, sarà meglio aggiornare il blog con l’ultima produzione invernale.
Ecco l’Adrift, sferruzzato in gruppo su Ravelry.
Con lo stesso filato lo scialle Twilight di cui mi ero innamorata un anno fa.
I’d better post my last winter knits before it get’s too hot to look at them! I had a lot of knitting fun with my quick version of Adrift. Thanks both to the fact I was part of a knit along running on Ravelry, and the use of a wonderful striped yarn and big knitting needles, my work grew so quickly that I decided to keep on knitting! So I cast on and off in a heartbeat this wonderful shawl I fell in love with more than a year ago!
PS: il bloccaggio per questo scialle lunghissimo è stato molto particolare….
This shawl was so long that I improvised a new blocking technique…
Senza risposte
La festa del tricolore. Gli insulti in parlamento. Le piazze colorate.
L’emergenza umanitaria. Le regioni divise. I richiami del Presidente. Le
barzellette del Primo Ministro. I monumenti di Torino. Le passate
glorie. Il lancio di monetine. I padri della Patria. Il reality quotidiano
della politica. L’unità combattuta e celebrata. Le bandiere alle
finestre. I quattro processi. La guerra sull’altra sponda. I profughi
su questa. L’inno di Mameli. Il “vaffa” di La Russa….
Cosa abbiamo costruito in 150 anni? La politica ci rispecchia per quel che siamo? Proverò a rileggere l’articolo di Galli Della Loggia cercando una risposta.
venerdì 1 aprile 2011
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Snapshot è quella che preferisco, vedrò l'effetto che fa sui miei blog preferiti!
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