Cara Cristiana,in questi giorni di commemorazioni, mostre e feste per i 150 anni dell’Unità d’Italia si è parlato – giustamente – di grandi personalità, di Cavour e Garibaldi, di Pisacane e della Castiglione, ma anche il racconto che ti farò io (anche se di ben diverso valore) ha un suo significato.
E’ la storia di una maestra vissuta tanti anni fa, la storia di tua nonna Lina. Era nata nel 1905 a Tricarico, in Lucania, aveva studiato a Potenza ed a soli 18 anni fu mandata ad insegnare a Viggianello, alle falde del monte Pollino. Vi arrivò sul dorso di un asino, dopo un viaggio avventuroso e trovò alloggio in una baracca di legno dove c’erano pochi banchi, una pila di legna da ardere e, in un angolo, il camino e il suo lettuccio. Faceva lezione ai bambini del circondario in due turni: i più grandicelli alle 4 del mattino perché, subito dopo, quegli alunni che erano pastorelli, dovevano portare al pascolo le pecore. I più piccoli, invece, arrivavano a scuola alla spicciolata, in piena mattinata. Dopo qualche anno la maestra lasciò quella località. L’accompagnò a valle tutto il paese. Le donne piangevano… Da Viggianello passò ad Oppido Lucano, a Brienza, ad Atella dove si ammalò di malaria per la presenza di una fiumara e delle relative zanzare. Ultima tappa fu Rionero in Vulture, patria di Giustino Fortunato e, per fortuna, lì trovò la ferrovia: un vero miracolo per quei tempi. Così la vita di quella maestra nella scuola proseguì fino al pensionamento. Quando, in famiglia, tua nonna ripensava, forse con nostalgia, alle migliaia di alunni a cui aveva messo la penna in mano diceva: “senza la scuola quei piccoli sarebbero stati ciechi ”.
Oggi io ripeto a te con orgoglio: anche questa è storia.
Una storia silenziosa, ma che ha avuto la sua importanza nel riscatto del Sud dalla miseria, dall’emarginazione, dall’analfabetismo.Ti abbraccio
mamma
martedì 5 aprile 2011
Basilicata, anno 1923
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Ho provato a contare i bambini: erano 44! Era una classe sola?
RispondiEliminaAdesso le maestre non riescono a tenerne buoni 25...
che bella storia. Grazie
RispondiEliminaGrazie per averci raccontato un pezzetto di storia molto bella.
RispondiEliminaun bacione
La vita è fatta di piccoli episodi e piccole storie. Tutti ricordano i "grandi eventi", in realtà le cose più importanti sono scritte in fondo alle pagine con caratteri piccoli piccoli o nei nostri cuori dove solo chi ne apprezza il valore riesce a trovarle.
RispondiEliminaTuSaiChi
Che bella la storia di tua nonna! Devi essere orgogliosa di aver avuto una nonna così. Ciaooooo!
RispondiEliminaP.S. Bellissimo lom scialle del post precedente.
Alle medie avevo una prof che non mi ha inseganto la grammatica ma la poesia e leggendo la lettera di tua madre me è venuta in mente "Tebe dalle sette porte" di Brecht:
RispondiEliminaTebe dalle Sette Porte, chi la costruì ?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
.....
me la vedo la lettera scritta a penna, non una mail, arrivata per posta.
Ti abbraccio. m.
Grazie, sono stata felice di ricordare nonna Lina che continua a essere un punto di riferimento e fonte di ispirazione nella mia vita.
RispondiEliminaChe bella storia...
RispondiEliminaGrazie a tua mamma per aver trascritto questo ricordo di famiglia e pezzetto di storia, grazie a te per averlo condiviso con noi, con lacrimuccia, ChiaraZ
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminami si è aperto il cuore a vedere la foto di Viggianello e a leggere la storia della maestra. Mio papà è originario di quel paese e così i miei nonni. Magari sono andati a scuola quando c'era lei.
Grazie della testimonianza e complimenti per il sito.
Maria Grazia
E' molto emozionante riallacciare i fili dopo tanti anni, grazie!
RispondiEliminaBellissima storia, grazie
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