Quasi
5000 scialli di questo tipo sono stati fotografati e collezionati nell’archivio di Ravelry, e probabilmente molti altri non censiti si aggiungono al totale. E’ un modello di Veera Välimäki di grande appeal tra le knitters, ma per spiegarselo non basta un giudizio puramente estetico: “mi piacciono le righe”, ”non mi piace il legaccio”.
Bisogna scegliere un filato, in tre colori diversi, prendere in mano i ferri, leggere poche righe di istruzioni e poi muovere le mani. Il punto è estremamente ripetitivo.
Certo, bisogna fare quel che va fatto: aumentare all’inizio e alla fine di ogni ferro, cambiare colore, fare un po’ di avanti e indietro con le short rows.
Solo quel che va fatto, e niente di più!
E tutto questo successo, questa meraviglia allora?
La risposta l’ho trovata leggendo del giardiniere giapponese,
qui, e le riscrivo adattandola alla circostanza.
“La Maglista Zen, ovvero colei che lavora il Color Affection, alla luce di quanto detto, si trova davanti ad uno scenario che è bello per la sua semplicità e per la sua naturalità. Quali sono i suoi compiti ? Lo zen dice che di fronte a siffatto scialle c'è solo una cosa da fare: quello che naturalmente deve essere fatto, fare le righe con i ferri e fondersi con lo spirito intimo dell’essere maglia. Raccogliere i punti caduti, contare le maglie e gli aumenti, senza ragione, semplicemente perchè è nell'ordine delle cose che venga fatto. Accettare che non vi sia un motivo e un fine, farsi parte della bellezza e semplicità, farsi parte del vuoto.”
Guardo lo scialle e vedo un giardino. Conto le righe e mi sento un’asceta.
E’ un’esperienza dello spirito, meritava condividerla!
Grazie a
Simona per avermi ispirata, e grazie alle amiche che stanno lavorando insieme nel
KAL di Ravelry.
Ora vado. Il prossimo scialle è dietro l’angolo ad aspettarmi!